Ritenuta d'acconto per prestazione occasionale: tutto ciò che c'è da sapere

  • 18/07/22
  • 3 min di lettura
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Ritenuta d'acconto per prestazione occasionale: tutto ciò che c'è da sapere

Che cos'è e come funziona la ritenuta d'acconto per prestazione occasionale? Se ti è mai capitato di effettuare prestazioni di lavoro occasionali, magari come extra nella ristorazione, probabilmente ti sei fatt* questa domanda almeno una volta.

Trovare la risposta non è sempre facile, trattandosi di un argomento tecnico può capitare di fare confusione o interpretare male alcuni dettagli importanti. La possibilità di farsi prendere dall’ansia o commettere errori è sempre dietro l’angolo, ma non ti preoccupare: siamo qui apposta per fare chiarezza!

Cos'è la ritenuta d'acconto per prestazione occasionale

La ritenuta d'acconto per prestazione occasionale è in buona sostanza un anticipo sul pagamento dell'Irpef (imposta sui redditi) trattenuto da parte del committente. In pratica il committente (il soggetto che commissiona la prestazione) agisce da "sostituto di imposta", e si occupa di versare la ritenuta allo Stato al posto del prestatore d’opera (il lavoratore che svolge la prestazione commissionata).

A questo punto però, bisogna fare una precisazione: in realtà, per chi guadagna meno di 4.800€ in un anno (e rientra quindi nella “no tax area”), l'Irpef non è dovuta. Quindi, come funziona? Si versa un a tassa non dovuta e si perde parte del proprio compenso?

La risposta breve è no... per saperne di più continua a leggere!

Come viene calcolata la ritenuta d'acconto

La ritenuta d'acconto è dunque una trattenuta che viene applicata sul compenso del collaboratore. Viene calcolata sulla base del 20% dell'importo e viene trattenuta direttamente dal committente. Questo avviene perché si tratta di prestazioni di lavoro autonomo.



Ma rimanendo sotto la famosa no tax area (la soglia dei 4.800€ annui), che ne è di quel 20%, teoricamente non dovuto? È possibile recuperalo? E come? Domande più che legittime, a cui daremo una risposta nel resto di questo articolo.

Continua a leggere per chiarire tutti i tuoi dubbi.

Come recuperare la ritenuta d'acconto

Il collaboratore può decidere di richiedere il rimborso della ritenuta d'acconto per prestazione occasionale all'Agenzia delle Entrate, se ritiene di averne diritto. Questo può essere fatto presentando la dichiarazione dei redditi. Il reddito percepito con le prestazioni occasionali rientra ai fini Irpef nei “redditi diversi”. Vanno quindi dichiarate nel modello Redditi P.F. o nel modello 730.

È un dettaglio molto importante, perché trattandosi tecnicamente di una somma non dovuta, è quindi opportuno presentare la dichiarazione dei redditi per “recuperarla”.

Facciamo un esempio pratico: se percepisci 1.000€ di reddito da prestazioni occasionali, il committente tratterrà 200€ (il 20%) a titolo di ritenuta d'acconto. Se non presenti la dichiarazione dei redditi, questa somma andrà persa. Se presenti la dichiarazione e il tuo reddito complessivo è inferiore a 4.800€, potrai recuperare la tua ritenuta d'acconto in forma di "credito d'imposta".

Bisogna infine tenere in considerazione che il credito d’imposta viene calcolato in base al reddito complessivo dichiarato (ovvero quello da lavoro dipendente, quello da lavoro autonomo e altri eventuali redditi).

Conclusioni

In conclusione, la ritenuta d'acconto è una trattenuta che viene calcolata sui redditi che vengono percepiti da un soggetto e viene applicata a tutti coloro che ricevono compensi per prestazioni di lavoro occasionale. Viene calcolata in percentuale sul compenso lordo e versata dal committente.

La ritenuta d'acconto può essere un vantaggio per il contribuente, ma è importante conoscere bene la normativa per evitare di incorrere in sanzioni. Se si hanno dubbi, è sempre consigliabile chiedere l'aiuto di un professionista.

Se sei arrivat* a leggere fin qui, probabilmente svolgi abitualmente prestazioni di lavoro occasionali, o ti interessa trovare nuove opportunità in questo senso.

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